Ecco come poter passare dall’assegno sociale alla pensione di vecchiaia molto facilmente.
L’Assegno sociale, comunemente noto come “pensione sociale”, rappresenta una forma di sostegno economico destinata a coloro che, raggiunta una determinata soglia d’età, non dispongono dei requisiti necessari per accedere alla pensione di vecchiaia e si trovano in condizioni economiche particolarmente disagiate.
Per l’anno 2024, l’importo previsto per tale assegno ammonta a 534,41 euro mensili distribuiti su 13 mensilità. Questa prestazione assistenziale è garantita dall’INPS a seguito di una specifica richiesta da parte dell’interessato.
È importante sottolineare come questo meccanismo offra un importante strumento a tutela dei diritti previdenziali dei cittadini più anziani e vulnerabili economicamente.
Grazie alle disposizioni INPS relative al passaggio dall’Assegno sociale alla pensione di vecchiaia con relativo recupero degli arretrati maturati, viene fornita un’altra dimostrazione dell’impegno verso il sostegno delle fasce più deboli della popolazione.
Dalla pensione sociale alla vecchiaia: un passaggio possibile
La pensione di vecchiaia si differenzia nettamente dall’assegno sociale poiché è calcolata sulla base dei contributi versati durante la vita lavorativa del cittadino. Per accedervi è necessario aver raggiunto i 67 anni d’età (con adeguamenti previsti in base alla speranza di vita dal 2027) e aver versato almeno 20 anni di contributi.
Tuttavia, esiste anche la possibilità per chi ha iniziato a versare contributi dal primo gennaio del 1996 di ottenere la pensione al compimento dei 71 anni con soli cinque anni di contributi effettivi.
Una questione rilevante riguarda gli arretrati: molte persone potrebbero trovarsi nella situazione in cui hanno diritto alla pensione di vecchiaia ma continuano a ricevere l’assegno sociale senza aver fatto valere i propri diritti per la pensione.
L’INPS prevede che sia possibile passare dall’assegno all’effettiva pensione riscuotendo anche gli arretrati maturati nel periodo intercorso tra il raggiungimento dei requisiti per la pensione e la presentazione della domanda. Questi arretrati sono calcolati sottraendo quanto già ricevuto sotto forma di assegno sociale.
Per chi ha avuto il primo accredito contributivo dopo il primo gennaio del 1996 e si trova nella condizione sopra descritta, esistono due percorsi principali: presentare una domanda normale con decorrenza dalla data della domanda o richiedere che la decorrenza parta dal momento in cui si sono soddisfatti i requisiti per la “pensione puramente contributiva”, ovvero dai 71 anni d’età.
In quest’ultimo caso, viene garantito il pagamento degli arretrati qualora l’importo della pensione risultasse superiore all’assegno precedentemente ricevuto.